Jazz Corner
*Winter Edition*
a cura di Filippo Giorgio, con la
collaborazione di Michele Didonna
Jazz on the stage
– Bollani – piano solo, Teatro
Petruzzelli, Bari, 27.12.2014
–
Roma Gospel festival, 20 – 31
dicembre
-Umbria jazz winter,
27- 1 gennaio
– Verona jazz winter, 24 –
27 gennaio
– Ai confini tra Sardegna e jazz, 18 –
3 gennaio
– Notti di stelle winter,
Bari, gennaio-marzo 2015
***
Sostiene Bollani: Qualcuno lo definisce
il Chick Coreaitaliano. Qualcuno un genio che sa anche divertire. Ma lui sfugge alle
definizioni. Sa fare tante cose. E bene. Ma per fortuna – per gli amanti del
jazz – quello che fa meglio si sente quando si siede al pianoforte e comincia a
suonare. La seconda sono le imitazioni. Provate a guardare su you tube il Bollani entertainer alla premiazione di Barga Jazz. Quella
superlativa, ad ogni modo, rimane l’imitazione di Paolo Conte¦
Alter ego: Ma gli avatar di
Bollani sono molti. E non si risparmiano. C’è un Bollani presentatore
televisivo (Sostiene Bollani), c’è un Bollani radiofonico (Il dottor
Djembè),
c’è un Bollani teatrale (La regina Dada), c’è persino un Bollani fumettistico (Paperefano
Bolletta)¦
A lezione dagli
opposti che si attraggono: dal ragtime di Maple Leaf Rag alle lezioni con Luca Flores
e Mauro Grossi (due maestri diametralmente opposti), Bollani inizia a
indirizzare il proprio talento. Nel 1992 vince un concorso per nuovi talenti a
Prato (Summertime in Jazz); frequenta i seminari di Siena Jazz con Franco
D’Andrea e Stefano Battaglia e nel 1993 si diploma al conservatorio (il suo
compagno di banco? Mirko Guerrini¦) con il maestro Antonio Caggiula.
Sulla strada di Rava:Bollani
sognava di fare il cantante. Sognava Carosone e poi Oscar Peterson. Negli anni
’90 fa il turnistaper artisti come Raf, Paolo Vallesi, Laura Pausini, Jovanotti. Poi, nel 1996 mentre stava partire in
tournèe con quest’ultimo incontra sulla sua strada il Maestro Enrico Rava che
gli dice -senza giri di parole- che potrebbe diventare il numero uno¦ Bollani lo richiama, un quarto d’ora dopo la discussione, e accetta un
ingaggio che lo porterà al Duc de Lombards, a Parigi per suonare con Michel Benita
e Aldo Romano.
Jazz Convention in
Bari: oggi
non tutti ricordano l’epoca in cui Bollani frequentava spesso la città di Bari,
una delle scene jazz più vivaci d’Italia alla fine degli anni ’90. Nacque in
quegli anni prolifici il Jazz Convention, dove militavano – le giovani
promesse, oggi solide realtà – anche Fabrizio Bosso, Gianluca Petrella, Gaetano
Partipilo, Giuseppe Bassi, Fabio Accardi con la regia di Nicola Conte¦
Shades of Chet: un progetto nato dal
decennale della morte di Chet Baker, un quintetto esplosivo (Rava, Fresu, Bollani,
Pietropaoli, Gatto), due trombe che s’incontrano, un disco che vinse il referendum
di Musica Jazz come miglior disco dell’anno.
Dall’Orchestra del
Titanic al piano duo, ai fleurs bleues, ai Visionari¦ Bollani suona da leader
e non riposa mai sugli allori.
Carioca: nel 2009 esplora a suo
modo la musica brasiliana regalando un album che diventa un presto un disco
d’oro¦
The other side of
Bollani: gli
incontri non si fermano. Basti citare quelli con Konitz e Woods. Continuando
con Mirko Guerrini, Dario Cecchini, Magoni/Spinetti, Bandabardò, Bobo Rondelli,
Elio e le storie tese. Nel mezzo Rravel, Gershwin e Frank Zappa¦
Joy in Spite of
everything (ECM, 2014): inciso nella
Grande Mela, con i fidati J.Bodilsen e M.Lund a gestire una collaudata ritmica
e due ospiti di gran classe: Mike Turner al sassofono e Bill Frisell alla
chitarra. Un connubio difficile quello tra pianoforte e chitarra, che Bollani
affronta riempiendo i silenzi con discrezione. I nove brani che compongono il
disco nascono tutti dalla fervida fantasia del pianista e sfruttano, in diverse
combinazioni, il quintetto. Un disco -jazz- genuino, registrato in un solo
giorno, negli Avatar Studios di New York¦
Don’t miss out¦
(f.g.)
***
TOP Jazz 2014
La rivista Musica Jazz
ha reso noti i vincitori dell’anno 2014
Jazz italiano:
– Joy in spite of
everything (ECM, Bollani): disco dell’anno;
– Franco D’Andrea:
musicista dell’anno;
– Franco D’Andrea
sextet: formazione dell’anno;
– Elisabetta Antonini:
miglior nuovo talento;
Jazz internazionale:
– Mise en abime (Pi
Recording, S.Lehman octet): disco dell’anno;
– Steve Lehman: musicista
dell’anno;
– Steve Lehman octet:
formazione dell’anno;
– Cecile McLorin
Salvant: miglior nuovo talento;
Ristampa dell’anno:
– Miles at the Filmore
(f.g)
***
Suoni da regalare sotto l’albero (guida
ragionata)
– The art of
conversation_ed. Impulse (Barron-Holland)
– Hamburg
˜72_ed. ECM (Jarrett, Haden, Motian)
– Time Travel_ed. Greenleaf_(D.Douglas quintet)
– The imaginated savior is far easier to paint_ed.Blue note (Akinmusire)
– Stonebreaker_ed. Parco della Musica
(Kinzelman)
– Brooklyn beat _ed. Jando music (Sanna, Saalem, Hawkins)
– Drumpet_ed. Jando music (Tucci, Bosso)
– The soul
factor_ed. Jando music (Zavalloni, Caine)
– Doctor 3_ ed. Jando&Parco della musica records (Doctor 3)
– Forgotten Matches. The worlds of Steve Lacy_ed. Dodicilune
(Ottaviano)
– Back
home_ed. Cam jazz
(Porta, De Paola, Lombardini, Salgarello)
– Tandem_ed. Verve (Bosso,
Mazzariello)
– Keywords_ed. Cam jazz (E.Zanisi trio)
– Brass Bang_ed. Tuk Records (Bernstein, Fresu,Petrella, Rojas)
– Before you know it_ed. Roark (Weiss)
– Musica per
una società senza pensieri_ed. Parco della musica
records (Sousaphonix)
– Inexistent_ed. Abeat (Di Nunzio, Faraò, Hall, Jackson)
– Resilency_ed. Resiliency (Angelè)
– Divine Travels_ed. Okeh (JBLewis)
-Three times three_ed. CamJazz (Sanchez, Lovano,
McBride, Mehldau,Patitucci, Scofield, Brewer)
– Trios live_ed.Nonesuch (Redman)
– Panama 5oo_ed. Mack Aavenue (Perez)
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Jazz&Blues-Twit
Terms of my surrender (Blue note records):
John Hiatt, 30 anni di carriera musicale – portata benissimo – alle spalle,
ritorna lasciando affiorare le sue radici blues. Un viaggio, che sa di
vagabondaggio¦
Snob (Universal): anche l’avvocato col vizio del
jazz è tornato a farsi sentire. Tra atmosfere americane anni ’50, ritmi
sudamericani, note blu e arrangiamenti degni di questo nome¦
Jazz at Lincoln
Center: Wynton
Marsalis ne ha combinata un’altra delle sue. Ha trovato il modo di esportare il JALC a Shangai e a Dubai,
realizzando da un’idea/passione un format che ormai è un’istituzione e un marchio
da 43,5 ml di euro l’anno¦
(f.g)
R.I.P. – Blue note on air
Giorgio Gaslini: questa estate ci ha lasciato
il Maestro Giorgio Gaslini. Compositore, direttore d’orchestra, pianista, con
la sua musica era in grado di spaziare da R.Schumann a T.Monk¦
Davide Santorsola: ci lascia a 53 anni il pianista compositore pugliese, tra i primi a
battersi per una riconoscibilità accademica del jazz¦
La
conferma dell’importanza come uomo e musicista di Davide Santorsola, ove ve ne
fosse necessità , l’ho avuta quando l’altro giorno ho incontrato un suo giovane
allievo (forse il più capace) e guardando il disorientamento dei suoi occhi,
del suo corpo; la notizia, casualmente, solo qualche ora dopo, me l’ha data
proprio lui, “ma come? non lo sai¦”. Non lo conosco da molto, ma era la prima
volta che l’ho visto così, e non solo nell’aspetto, dimesso, prostrato,
nascosto sotto una coperta invisibile che lo riparava dal dolore, dalla
perdita, dal tempo che continua avanti pregno di assenza.
Davide
Santorsola è stato un grandissimo pianista, nostro e di tutto il mondo;
rigoroso e intellettuale. Aveva imparato da solo a otto anni; mentre i suoi
coetanei si massacravano, come me, di Capitan Harlock e Mazinga Zeta, lui
sedeva compìto davanti a una tastiera, le gambe corte, penzoloni, forse.
E
quegl’intervalli d’avorio bianchi e neri sono divenuti la sua vita. Il
territorio dove ha vissuto e camminato di più. Coi capelloni ricci, gonfi e
morbidi. Il corpo travolto da suggestioni sconosciute che a tratti lo rendevano
convulso, spezzato.
Col
suo trio inossidabile di sempre, Maurizio al double bass e Mimmo alla batteria,
ha ricamato la storia di un certo tipo di musica, di atmosfera, di un periodo
che era proprio di queste parti, che parlava di mare, gabbiani, gente di città ,
della sua Trani, la Puglia, il meridione, del guardare oltre, avanti, anche a
quello che non si vede, per non fermarsi a ogni costo.
Poi
si sono accorti di lui. Coi compagnoni del trio, assieme ai grandi maestri di
fuori, ai jazzisti americani (Phil Woods, Lee Konitz, Dave Liebman¦). Davide ha
stretto, erano gli anni ’90, un’intensa amicizia, una collaborazione artistica,
tra sentimenti e musica quasi inconciliabili, col contrabbassista giapponese
Kijoto Fujiwara con cui in oriente ha fatto ascoltare, la sua voce, la sua
arte: in grandi fasti di successo.
Oggi
a raccontarlo, a ricordarlo ci sono oltre 20 dischi, 9 dei quali da solista,
leader. Davide Santorsola aveva una particolare predilezione per
l’insegnamento, per trasmettere e diffondere la sua musica, quella versione
colta e particolare della vita, la tecnica, quando è possibile, come nel caso
di quel suo allievo, l’altro giorno triste. Ha scritto testi di teoria musicale
e insegnato in numerosi conservatori italiani pianoforte e armonia jazz.
àˆ
venuto, d’improvviso, così, un destino cieco e spietato a prenderselo, molto
prima del suo tempo e lui forse ha detto, come un suo brano, “devo andare”.
Che
forse lo avevano sentito suonare?
Per
tutto il video della sua “Seascape”.
(m.d.)
Kenny Wheeler: trombettista,
flicornista e compositore, nato in Canada ma trasferitosi in Gran
Bretagna nel 1952, è morto, dopo un periodo di malattia, nel mese di settembre
a Londra, ad ottantaquattro anni. Ci
mancherà il tuo fraseggio lirico e acrobatico, il tuo coraggio e talento
musicale¦ Horace Silver&Jimmy Scott, adieu: per
loro ci vorrebbe una edizione speciale¦nel frattempo li immaginiamo a duettare
su qualche nuvola jazz a forma di pianoforte¦ Joe Cocker: “More sad news, we
just learned that our friend Joe Cocker has passed away, he was 70. RIP Joe¦”(Eric
Clapton)
(f.g.)
*Warm Winter, Merry Jazz
Christmas&Happy New Year*