1. La discrezionalità della P.A. in materia di autorizzazione/implementazione sanitaria dei soggetti privati
2. E’ affetto da carenza di motivazione il provvedimento di diniego alla realizzazione di apparecchiature sanitaria che non si basi su di una istruttoria aggiornata
1. L’attività amministrativa di autorizzazione all’esercizio/implementazione dell’attività sanitaria deve essere fondata su criteri oggettivi, non discriminatori e noti in anticipo.
In tale materia, la discrezionalità della P.A. non è e non può essere illimitata, né schiudere la strada ad ingiustificate e sproporzionate restrizioni dell’iniziativa economica, ma deve trovare un ragionevole controbilanciamento nella cura in concreto dell’interesse pubblico demandato all’Amministrazione stessa.
2. E’ affetto da carenza di motivazione il provvedimento con cui la P.A., nel negare ad una struttura privata l’autorizzazione alla realizzazione di apparecchiature sanitarie (TAC o RMN…), non abbia posto in essere un’istruttoria aggiornata -al momento della richiesta- sulla configurazione quantitativa della domanda sanitaria sul territorio e sulla corrispondente offerta da parte delle strutture private (non anche di quelle pubbliche).
Tale istruttoria deve prendere in considerazione anche la domanda crescente nel tempo di esami diagnostici e le lunghe liste di attesa.
Tutto ciò al fine di perseguire al meglio sia il diritto alla salute dei pazienti che la libertà d’impresa del professionista privato che chiede di poter accedere al particolare mercato sanitario.
Pinacoteca Città Metropolitana “Corrado Giaquinto”